Alla scoperta delle piccole DOC – Parte II

Estimated read time 9 min read

Le gemme nascoste del Vinitaly 2025 tra Lazio, Umbria, Molise, Sicilia, Toscana, Veneto e Friuli Venezia Giulia

Dopo un primo viaggio tra piccole denominazioni e territori poco celebrati, proseguiamo il nostro racconto da Vinitaly 2025 esplorando nuove realtà che hanno saputo colpire per autenticità, identità e – naturalmente – per la qualità dei vini presentati. Ecco la seconda parte del nostro itinerario enologico.

Viticoltori dei Colli Cimini – Vignanello (VT, Lazio)

Incastonata tra i boschi e le alture tufacee del Viterbese, questa cooperativa fondata nel 2003 è oggi composta da 230 soci che curano con passione 150 ettari di vigneti, contribuendo a una produzione annua di circa 700.000 bottiglie. Alla guida c’è il presidente Alessandro Serafini, mentre l’enologo Alessandro Soprani firma uno stile nitido, legato al territorio. L’accoglienza allo stand è stata calorosa e impreziosita dal racconto dell’origine dello spumante “Principe Alessandro”, dedicato alla famiglia Ruspoli. In degustazione, il Vignanello DOC Greco 2023, fresco e sapido; il Molesino 2021, rosso IGT ricco di personalità; il dolce e complesso Passito Corusco 2021, e infine lo spumante extra dry, che conquista con le sue bollicine fini.
Per maggiori informazioni vai a www.colli-cimini.it


Gotto d’Oro – Marino (RM, Lazio)

Una vera istituzione del vino laziale, fondata nel 1945, che ha saputo coniugare numeri da gigante (oltre 1000 ettari vitati e ben 9 milioni di bottiglie annue) con una ricerca crescente sulla qualità. La cooperativa, oggi guidata dal presidente Luca Del Gallo, ha lanciato con successo la linea “Vinea Domini”, destinata esclusivamente al canale Ho.Re.Ca. Tra i vini presentati, il Marino DOC Superiore 2024, preciso e profumato; il Roma DOC Malvasia Puntinata 2023, che esprime perfettamente il carattere del vitigno; il Castelli Romani DOC Bianco 2023 e un convincente Viognier IGT 2024, esotico e armonico. Una realtà solida, con lo sguardo ben proiettato al futuro.
Per maggiori informazioni vai a www.gottodoro.it


Sant’Isidoro – Tarquinia (VT, Lazio)

Quella della famiglia Palombi è una storia agricola autentica, nata nel 1938 e ancora oggi portata avanti con lo stesso spirito genuino. L’azienda conta 57 ettari vitati e una produzione limitata, di circa 75.000 bottiglie, distribuite tra la DOC Tarquinia e alcuni IGT di grande carattere. Siamo stati accolti con simpatia da Simona, moglie del titolare, che ci ha raccontato aneddoti e curiosità sui nomi delle etichette. Il bianco Larth 2024 è diretto, sapido e luminoso, mentre il Cabernet Sauvignon Terzolo 2024 sorprende per struttura e precisione. Il Soremidio 2022 è un rosso che unisce intensità ed eleganza, ideale per la cucina laziale.
Per maggiori informazioni vai a www.aziendasantisidoro.it


Cantina Villa Gianna – Sabaudia (LT, Lazio)

Nel cuore dell’Agro Pontino, a due passi dal mare e dal Parco del Circeo, sorge questa azienda fondata nel 1994 dalla famiglia Giannini. Oggi sono i giovani Benedetta e Jacopo a rappresentare la nuova generazione, mantenendo viva l’identità del Moscato di Terracina, vera perla enologica del basso Lazio. Con 38 ettari vitati e una produzione annua di circa 900.000 bottiglie, Villa Gianna propone un’interessante gamma incentrata su questo vitigno aromatico. Abbiamo degustato il Secco Elogio 2024, fragrante e minerale; l’Amabile 2024, rotondo e profumato; lo Spumante Dry, con bollicine cremose e florealità delicata; e il Passito Elogio Mediterraneo 2023, opulento e ricco di sfumature esotiche.
Per maggiori informazioni vai a www.cantinavillagianna.it


Colutta – Manzano (UD, Friuli-Venezia Giulia)

Fondata nel lontano 1930, questa piccola realtà del Friuli Orientale è oggi gestita con passione da Giorgio Colutta. Con 23 ettari vitati e una produzione contenuta (140.000 bottiglie), Colutta rappresenta al meglio l’eleganza e la tipicità dei Colli Orientali del Friuli. L’enologo Marco Zuccolo firma vini dalla grande pulizia e precisione. Il Friulano Abate 2023 è un bianco autentico, con la tipica nota di mandorla amara e una grande freschezza; il Rosazzo DOCG Nojar 2021, dalla denominazione più prestigiosa del territorio, è avvolgente, strutturato e adatto all’invecchiamento. Un’eccellenza da scoprire.
Per maggiori informazioni vai a www.colutta.it

Tenimenti Grieco – Portocannone (CB, Molise)

Sospesa tra il mare Adriatico e le dolci colline molisane, Tenimenti Grieco rappresenta una delle realtà più promettenti del Sud Italia. Nata nel 2013 dalla visione di Antonio Grieco e Maria Concetta Raimondo, l’azienda si estende su 65 ettari vitati e produce circa 350.000 bottiglie all’anno. In degustazione, tre etichette che parlano di territorio e ambizione: la Tintilia del Molise DOC 200 metri 2023, premiata con i Tre Bicchieri 2025, è intensa e profonda, con note balsamiche e spezie scure; il Pinot Grigio I Costali 2024, dalla beva immediata e piacevole; e il Syrah I Costali 2024, dai toni fruttati e morbidi. Una cantina giovane ma già matura, con lo sguardo proiettato verso l’alto.
Per maggiori informazioni vai a www.tenimentigrieco.it


Goretti – Perugia (PG, Umbria)

Con una storia che affonda le radici nel 1921, l’azienda Goretti è un punto di riferimento per l’enologia umbra. Oggi è guidata da Stefano Goretti, affiancato dall’enologo Emiliano Falsini, e vanta 48 ettari vitati da cui nascono circa 230.000 bottiglie ogni anno. L’accoglienza allo stand è stata calorosa, arricchita da una selezione di stuzzichini che hanno accompagnato perfettamente i vini. Abbiamo assaggiato il Colli Perugini DOC Grechetto 2024, fragrante e agrumato; Il Moggio 2023, sempre a base di Grechetto ma più ricco e minerale; e il rosso L’Arringatore 2021, elegante e strutturato, espressione matura del blend Sangiovese-Cabernet-Merlot.
Per maggiori informazioni vai a www.vinigoretti.com


Zanchi – Amelia (TR, Umbria)

Piccola ma significativa realtà del territorio amerino, la cantina Zanchi è stata fondata nel 1970 da Leonardo Zanchi, ed è tuttora a conduzione familiare. Con 35 ettari vitati e una produzione di sole 60.000 bottiglie, si distingue per l’attenzione ai vitigni autoctoni, in particolare il Ciliegiolo, che qui trova una delle sue più interessanti interpretazioni. Il Carmìno 2022 è fruttato, diretto e succoso, mentre Antichi Cloni 2023 colpisce per la sua maggiore profondità, frutto di vecchie selezioni massali che ne esaltano il carattere. Due vini che raccontano la storia e l’identità di un territorio poco battuto ma tutto da scoprire.
Per maggiori informazioni vai a www.cantinezanchi.it


Migliosi – Assisi (PG, Umbria)

Nel cuore spirituale dell’Umbria, tra le colline che circondano Assisi, nasce questa giovane e dinamica realtà fondata da Costanza Migliosi nel 2016. Con soli 10 ettari vitati e una produzione artigianale di circa 40.000 bottiglie, Migliosi si distingue anche per la certificazione biologica e per un’attenzione scrupolosa alla qualità. In degustazione, tre rossi da uve Sangiovese e Merlot vinificati in purezza o in blend: il Merlot Prepotente 2023, potente ma ben equilibrato; il Rosso Tignoso 2023, più beverino e conviviale; e l’Impiccione 2023, il più ambizioso, con note di ciliegia nera e tabacco. Una realtà in crescita, giovane ma già convincente.
Per maggiori informazioni vai a www.migliosi.it


Camporignano – Casole d’Elsa (SI, Toscana)

Nel cuore della Val d’Elsa, tra le pieghe dolci del paesaggio senese, si trova Camporignano, una piccola azienda fondata nel 2002 da Cynthia Sierra, che ha lasciato la California per dedicarsi al vino in Toscana. Con 10 ettari vitati e una produzione di appena 30.000 bottiglie, Camporignano è un microcosmo dove ogni dettaglio è curato con passione. A Vinitaly è stato presentato un solo vino: il Mattaione 2018, rosso elegante e intenso, prodotto sotto la denominazione Terre di Casole DOC. Un vino meditativo, che unisce la rusticità del Sangiovese alla finezza di una vinificazione attenta.
Per maggiori informazioni vai a www.camporignano.com

Musita – Salemi (TP, Sicilia)

Nel cuore della provincia di Trapani, tra colline assolate e brezze marine, la famiglia Ardagna ha fondato Musita nel 2011 con l’obiettivo di esaltare i vitigni autoctoni e l’identità del territorio. Con 50 ettari vitati e una produzione di circa 800.000 bottiglie, l’azienda è guidata oggi da una squadra familiare affiatata. A Verona abbiamo incontrato Gaetano e Tiziana Ardagna, insieme a Vito Amato. In degustazione, tre vini dalla linea “Regieterre”: il Bianco 2024, fresco e floreale, il Rosato 2024, dal colore brillante e dai profumi di melograno, e il Rosso 2022, morbido e speziato. Chiude la selezione lo Syrah Amàl 2021, ricco e vellutato, testimone del grande potenziale internazionale del vitigno in chiave siciliana.
Per maggiori informazioni vai a www.musita.it


Caruso & Minini – Marsala (TP, Sicilia)

Fondata nel 2004 dall’incontro tra la famiglia Caruso e l’imprenditore Mario Minini, questa cantina è diventata rapidamente un punto di riferimento per il nuovo volto del vino marsalese. Oggi conta su 120 ettari vitati e una produzione di 650.000 bottiglie, con uno stile moderno, territoriale e identitario. Tra i vini assaggiati, il Perricone Perripò 2021, varietale raro e dal sorso agile e fragrante, e il Delia Nivolelli Riserva Sirah 2018, potente, speziato e profondamente mediterraneo. L’enologo Giuseppe Ferranti valorizza il frutto senza snaturare la tipicità.
Per maggiori informazioni vai a www.carusoeminini.com


Occhipinti – Vittoria (RG, Sicilia)

Nome di culto per gli appassionati di vini naturali, Arianna Occhipinti guida dal 2004 una delle cantine più influenti della nuova viticoltura siciliana. I suoi 28 ettari vitati, coltivati in regime biologico, danno vita a 150.000 bottiglie che puntano tutto sull’equilibrio, la finezza e la fedeltà al territorio. In fiera abbiamo degustato il celebre Frappato 2023, etereo, succoso e trasparente, e il Cerasuolo di Vittoria DOCG Classico Grotte Alte 2020, profondo e salino, uno dei rossi più eleganti d’Italia. Due interpretazioni raffinate e identitarie del sudest siciliano.
Per maggiori informazioni vai a www.agricolaocchipinti.it


Bixio Poderi – San Bonifacio (VR, Veneto)

Ultima tappa di questo viaggio tra le piccole grandi denominazioni è il Veneto, con l’azienda Bixio Poderi, fondata nel 1969 da Emilio Bixio, oggi alla guida di 20 ettari vitati e una produzione media di 300.000 bottiglie. Situata nella zona dell’Arcole DOC, spesso poco considerata, Bixio propone una lettura elegante e moderna dei suoi vitigni. Il Pinot Grigio 2023 è agrumato e sapido, perfetto per la tavola quotidiana; il Rosso Passonero 2017, da varietà locali, è maturo e speziato; mentre il Nero d’Arcole 2016 mostra un carattere profondo e una sorprendente longevità.
Per maggiori informazioni vai a www.bixiopoderi.it


Anche in questa seconda parte del nostro percorso tra le piccole denominazioni incontrate a Vinitaly 2025, è emersa con chiarezza la ricchezza nascosta del panorama vitivinicolo italiano. Ogni cantina, ogni vino, ogni storia ha raccontato non solo un prodotto, ma un’identità, un territorio, una visione.

L’Italia “minore” del vino non è affatto minore: è semplicemente più difficile da scoprire. Ma una volta conosciuta, lascia un’impronta indelebile.


You May Also Like